sabato 8 giugno 2013

Incontro con Vincenzo Colella


Il 18 marzo 2013 il prof. Antonino Saggio ha organizzato un incontro con Vincenzo Colella, classe 1915, esponente socialista che è stato catturato e messo in cella di prigionia insieme ad alcuni elementi importanti come Pertini.

Durante l'incontro Colella ha riportato la sua testimonianza sui cambiamenti di tutta l'area del Villaggio Olimpico.

 Nel 1936 durante il campo dux, venne disposta una tendopoli per la manifestazione ginnica fascista.  In tale evento partecipavano centinaia di giovani italiani di tutte le regioni del Regno. In quell’anno il campo dux fu disposto nelle due aree dell’ippodromo e del cinodromo Rondinella.

Durante il dopoguerra, dove attualmente c'è la zona dell'Auditorium, tra la collina di Villa Glori e il Tevere, venne costruito un agglomerato di baracche per gli sfollati in seguito agli eventi bellici. Questa zona è conosciuta come Campo Parioli. Per sgomberare e demolire l'agglomerato, fu colta l'occasione delle Olimpiadi di Roma nel 1960.

Dal 1958 comincia la costruzione del Villaggio Olimpico: dopo aver bonificato la zona, vennero create  le infrastrutture adatte per l'opera (fognature, strade). Il complesso edilizio nuovo, ideato per ospitare gli atleti, venne ultimato e reso agibile nel 1960.

La zona si divide in due aree: quella che faceva parte del Flaminio (viale Tiziano) e quella dei “Parioli Bassi” (opposta a V.le Tiziano).
    Il terreno era composto da creta, sabbia e acqua e l’area era paludosa, ricoperta di canneti. Era necessario effettuare una bonifica.

   L'ingegnere Argenta si occupò delle strutture di sostegno e dell’armatura, contemporaneamente venne costruito il Palazzetto dello Sport di Nervi, definito da Colella come “una tartaruga su poche zampe”.

   In seguito alla bonifica e all’edificazione, il Villaggio Olimpico era composto da tre tipi di costruzioni: le “crocette” di Libera a due piani, le case a tre piani e quelle a quattro/cinque piani che furono costruite nel giro di un anno e otto mesi con quattro miliardi di lire a cui si aggiunsero altri due miliardi di lire a fondo perduto per accelerare i tempi di realizzazione del Villaggio.

   L'istituto per le case popolari aveva dato i fondi per la costruzione. Queste opere edilizie furono consegnate all'I.N.C.I.S. (Istituto Nazionale Case per gli Impiegati dello Stato), ed assegnate tramite concorso ad impiegati dello Stato al termine delle Olimpiadi. Il primo complesso costruito è il quadrilatero, tra via gran Bretagna e via Svezia, poi le "crocette", piazza Jan Pallack che venne dedicata ad un eroe della resistenza cecoslovacca che si diede fuoco in piazza a Praga, per ribellarsi al dominio della dittatura. Successivamente si costruì piazza Grecia, che sarebbe dovuta diventare il centro nevralgico di tutto il complesso del Villaggio. Intorno vennero costruiti una serie di negozi e locali adibiti alla vendita, ma non furono mai utilizzati a questo scopo.

    Nei pressi di via Bulgaria, c’era un grande spazio libero dove vennero costruiti vari servizi. Dove oggi c’è il supermercato vi era la mensa del villaggio. Di fronte al complesso ottagonale si poteva passeggiare su due parti, e sulle aiuole centrali furono sistemate varie attrezzature da utilizzare come passatempo, ma erano provvisorie e venivano smantellate per dar luogo ai giochi olimpici.

    Le case furono assegnate ad impiegati statali, ma la velocità di realizzazione dei lavori portò molti problemi ed incurie all'interno degli appartamenti. Da ciò derivarono molte lamentele, dovute anche al prezzo di affitto troppo elevato, non corrispondente al valore dell’immobile.

 Inoltre si venne a creare un problema economico. L'I.N.C.I.S. ha dovuto ritrattare i due miliardi a fondo perduto e non avevano un luogo dove riunirsi. Solo dopo venne stabilita una sede in piazza Grecia (sede dei combattenti). Oltre ai reclami gli abitanti fecero la richiesta di costruire una chiesa.
L'I.N.C.I.S. comunque aveva tenuto 48 milioni da destinare ad un centro sociale.

 La cappella che iniziarono a costruire a via di Gran Bretagna fu giudicata una stortura nel complesso residenziale. Attingendo al fondo perduto dell'I.N.C.I.S., alla fine il centro sociale venne realizzato in fondo a piazza Grecia, ma non fu mai utilizzato come tale, bensì come cappella parrocchiale, poi venduta all'indomani della realizzazione della chiesa di San Tiziano inaugurata nel 66/67.

 Nel 1973 venne revocato l’I.N.C.I.S. e il capitale residuo del Villaggio Olimpico venne gestito dall’amministrazione delle case popolari, che iniziò la vendita degli appartamenti, beneficiando del 10% sulla vendita della casa. A ciò si aggiunse l’aumento delle spese di gestione.
Oggi, la generazione assegnataria delle case del villaggio olimpico, è scomparsa. I nuovi abitanti hanno acquistato la casa, rinnovandola all’interno.

    Alla domanda di uno studente “cosa manca ai giorni nostri al villaggio olimpico?”, Colella risponde:
“Il calore umano, la socialità. Come si crea un centro umano? Oggi è un ambiente arido, pieno di presunzione. Chi è analfabeta di esperienze vive le situazioni, ma non lascia il segno. L’eccesso di notizie che vi colpisce, crea l’assenza. Non si pensa, non si ha tempo di fissare nella memoria ciò che è importante, e impedire che altro subentri a cancellarla. Tutto ciò che noi costruiamo lo facciamo su una serie di memorie, di quello che abbiamo visto e vissuto. Bisogna essere presi. Attenti! Per ricordare, dovete immaginare la vita come un immenso mosaico dove ciascuno di noi è una pietruzza, vera, sfumata, opaca o brillante.”

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