Il 18 marzo 2013 il prof.
Antonino Saggio ha organizzato un incontro con Vincenzo Colella, classe 1915,
esponente socialista che è stato catturato e messo in cella di prigionia
insieme ad alcuni elementi importanti come Pertini.
Durante l'incontro Colella ha
riportato la sua testimonianza sui cambiamenti di tutta l'area del Villaggio
Olimpico.
Nel 1936 durante il campo dux,
venne disposta una tendopoli per la manifestazione ginnica fascista. In tale evento partecipavano centinaia di
giovani italiani di tutte le regioni del Regno. In quell’anno il campo dux fu
disposto nelle due aree dell’ippodromo e del cinodromo Rondinella.
Durante il dopoguerra, dove
attualmente c'è la zona dell'Auditorium, tra la collina di Villa Glori e il
Tevere, venne costruito un agglomerato di baracche per gli sfollati in seguito
agli eventi bellici. Questa zona è conosciuta come Campo Parioli. Per
sgomberare e demolire l'agglomerato, fu colta l'occasione delle Olimpiadi di
Roma nel 1960.
Dal 1958 comincia la
costruzione del Villaggio Olimpico: dopo aver bonificato la zona, vennero
create le infrastrutture adatte per
l'opera (fognature, strade). Il complesso edilizio nuovo, ideato per ospitare
gli atleti, venne ultimato e reso agibile nel 1960.
La zona si divide in due aree:
quella che faceva parte del Flaminio (viale Tiziano) e quella dei “Parioli
Bassi” (opposta a V.le Tiziano).
Il terreno era composto da creta, sabbia e acqua e l’area
era paludosa, ricoperta di canneti. Era necessario effettuare una bonifica.
L'ingegnere Argenta si occupò
delle strutture di sostegno e dell’armatura, contemporaneamente venne costruito
il Palazzetto dello Sport di Nervi, definito da Colella come “una tartaruga su
poche zampe”.
In seguito alla bonifica e all’edificazione, il Villaggio
Olimpico era composto da tre tipi di costruzioni: le “crocette” di Libera a due
piani, le case a tre piani e quelle a quattro/cinque piani che furono costruite
nel giro di un anno e otto mesi con quattro miliardi di lire a cui si
aggiunsero altri due miliardi di lire a fondo perduto per accelerare i tempi di
realizzazione del Villaggio.
L'istituto per le case popolari
aveva dato i fondi per la costruzione. Queste opere edilizie furono consegnate
all'I.N.C.I.S. (Istituto Nazionale Case per gli Impiegati dello Stato), ed
assegnate tramite concorso ad impiegati dello Stato al termine delle Olimpiadi. Il primo complesso
costruito è il quadrilatero, tra via gran Bretagna e via Svezia, poi le
"crocette", piazza Jan Pallack che venne dedicata ad un eroe della
resistenza cecoslovacca che si diede fuoco in piazza a Praga, per ribellarsi al
dominio della dittatura. Successivamente si costruì piazza Grecia, che sarebbe
dovuta diventare il centro nevralgico di tutto il complesso del Villaggio. Intorno vennero costruiti una
serie di negozi e locali adibiti alla vendita, ma non furono mai utilizzati a
questo scopo.
Nei pressi di via
Bulgaria, c’era un grande spazio libero dove vennero costruiti vari servizi.
Dove oggi c’è il supermercato vi era la mensa del villaggio. Di fronte al complesso
ottagonale si poteva passeggiare su due parti, e sulle aiuole centrali furono
sistemate varie attrezzature da utilizzare come passatempo, ma erano
provvisorie e venivano smantellate per dar luogo ai giochi olimpici.
Le case furono
assegnate ad impiegati statali, ma la velocità di realizzazione dei lavori
portò molti problemi ed incurie all'interno degli appartamenti. Da ciò
derivarono molte lamentele, dovute anche al prezzo di affitto troppo elevato,
non corrispondente al valore dell’immobile.
Inoltre si venne a creare un
problema economico. L'I.N.C.I.S. ha dovuto ritrattare i due miliardi a fondo perduto e non
avevano un luogo dove riunirsi. Solo dopo venne stabilita una sede in piazza
Grecia (sede dei combattenti). Oltre ai reclami gli abitanti fecero la
richiesta di costruire una chiesa.
L'I.N.C.I.S. comunque aveva tenuto 48 milioni da destinare ad un centro
sociale.
La cappella che
iniziarono a costruire a via di Gran Bretagna fu giudicata una stortura nel
complesso residenziale. Attingendo al fondo perduto dell'I.N.C.I.S., alla fine il centro sociale venne realizzato in fondo a
piazza Grecia, ma non fu mai utilizzato come tale, bensì come cappella
parrocchiale, poi venduta all'indomani della realizzazione della chiesa di San
Tiziano inaugurata nel 66/67.
Nel 1973 venne
revocato l’I.N.C.I.S. e il
capitale residuo del Villaggio Olimpico venne gestito dall’amministrazione
delle case popolari, che iniziò la vendita degli appartamenti, beneficiando del
10% sulla vendita della casa. A ciò si aggiunse l’aumento delle spese di
gestione.
Oggi, la generazione assegnataria delle case del villaggio olimpico, è
scomparsa. I nuovi abitanti hanno acquistato la casa, rinnovandola all’interno.
Alla domanda
di uno studente “cosa
manca ai giorni nostri al villaggio olimpico?”, Colella risponde:
“Il calore
umano, la socialità. Come si crea un centro umano? Oggi è un ambiente
arido, pieno di presunzione. Chi è analfabeta di esperienze vive le situazioni,
ma non lascia il segno. L’eccesso di notizie che vi colpisce, crea l’assenza.
Non si pensa, non si ha tempo di fissare nella memoria ciò che è importante, e
impedire che altro subentri a cancellarla. Tutto ciò che noi costruiamo lo
facciamo su una serie di memorie, di quello che abbiamo visto e vissuto. Bisogna
essere presi. Attenti! Per ricordare, dovete immaginare la vita come un immenso
mosaico dove ciascuno di noi è una pietruzza, vera, sfumata, opaca o
brillante.”
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