Attraverso la
realizzazione del Museo d’arte contemporanea di Helsinki si può comprendere il
discorso sulla centralità della comunicazione nell’architettura degli anni
novanta.
Il progettista
Steven Holl, dopo aver studiato in università americane, si è fatto strada negli anni ottanta realizzando opere come gli
appartamenti Makuhari in Giappone, la cappella di Sant’ignazio a Seattle,
l’istituto di ricerca Cranbrook in Michigan e appunto il Kiasma.
Nella sua
avversione rispetto alla ricerca architettonica di quel periodo, Holl ha
cercato una via che radicasse concettualmente il perché dell’opera al suo
farsi. Inoltre ritiene che il progetto debba basarsi oltre ad un’idea forza,
anche su esperienze dirette, fisiche e psicologiche, come il fatto di dover
scoprire i flussi, sentire la luce e i materiali dell’architettura. Alcune di
queste riflessioni si trovano nel suo libro Anchoring
del 1987, un “ancoraggio” fenomenologico che arricchisce la consapevolezza di
nuove ispirazioni.
Spesso i
progetti di Holl richiamano immagini e simboli tramite la comunicazione e l’uso
di processi di metaforizzazione come uno spartito musicale o una spirale. Gli
spazi aperti e gli edifici si relazionano l’uno con l’altro creando
l’insieme del progetto.
Il Kiasma di
Helsinki è stato progettato in base all’uso di spazi vuoti, rimandi metaforici,
ancoraggio al sito e all’esperienza del vivere. È situato in una zona
triangolare centralissima della città, posta tra il Parlamento neoclassico di
Sigfrid Sirén a ovest, la Stazione ferroviaria di Eliel Saarinen a est, e la
Casa Finlandia di Aalto a nord, completando così il disegno urbano previsto da
Aalto per le sponde del lago Kamppi.
Il corpo
rettilineo della struttura si interseca a incastro nel corpo della galleria che
richiama il tema della circolazione ferroviaria e automobilistica, e si arcua
avvolgendo il volume prismatico. La galleria inizia con una parte stretta come
una coda verso la città e finisce con una grande bocca rivolta verso la Casa
Finlandia di Aalto. L’acqua della vasca posta al fianco della struttura ne
riflette le forme. Le sue superfici, le forme e la presenza di fabbricati
limitrofi fanno comprendere l’asimmetria, la leggerezza e la dinamicità che
utilizza Holl nel Kiasma. I flussi si incrociano come nervi, e dal loro
intreccio (intertwining), nasce
l’architettura.
Il Chiasma,
secondo la definizione dello Zingarelli, è una figura retorica nella quale si
dispongono in ordine inverso i membri corrispondenti di una frase, oppure è il
punto dove le fibre di due nervi ottici s’incontrano nella cavità cranica.
Un’immagine metaforica è l’idea di base di un progetto che si articola negli
spazi, si organizza nei percorsi raccordandosi alla città e nello stesso tempo
diventa il nome del museo stesso.
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